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Diagnosi e trattamento del linfedema

Gennaio 11, 20240Fisioterapia

Diagnosi e trattamento del linfedema

Gennaio 11, 2024 0
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Hai un arto più gonfio dell’altro?

Pensi che in una parte del tuo corpo si sia accumulata della linfa?

Devi sottoporti ad un intervento chirurgico a rischio di sviluppo di linfedema e vuoi scoprire di che cosa si tratta e come puoi prevenirlo ed eventualmente curarlo?

Leggi questo articolo in cui ti parleremo di linfedema, potrebbe esserti utile.

CHE COS’È UN LINFEDEMA?

L’edema linfatico (o linfedema) è un accumulo di linfa nei tessuti che si manifesta con il gonfiore delle regioni corporee interessate (arti, collo, testa, tronco o area genitale). È conseguente ad un’insufficienza del sistema linfatico che, a causa della riduzione della capacità di riassorbimento e trasporto della linfa, determina una stasi linfatica.

QUALI SONO LE CAUSE DEL LINFEDEMA?

Esistono due tipologie di linfedema, ovvero:

  • il linfedema primario che insorge in conseguenza di una malformazione del sistema vascolare e linfatico, un difetto anatomico o funzionale presente dalla nascita, talvolta su base genetica.
  • il linfedema secondario si verifica frequentemente dopo interventi chirurgici maggiori, in particolare dopo il trattamento chirurgico di patologie neoplastiche durante il quale i linfonodi e i vasi linfatici siano rimossi o trattati con radioterapia, come ad esempio avviene per il trattamento del cancro al seno.

Altre condizioni che possono portare all’insorgenza di linfedema sono traumi, disturbi del circolo sanguigno e immobilità.

QUALI SONO I SINTOMI DI UN LINFEDEMA?

Generalmente la presenza di linfedema non è associata a dolore riferito all’arto colpito, ma sono presenti alcuni o tutti questi sintomi:

  • edema all’arto interessato, solitamente monolaterale;
  • generalmente non vi è dolore;
  • variazione di temperatura e sensibilità dell’arto interessato, di solito infatti viene descritto l’arto come freddo, pesante, teso e insensibile; 
  • modificazioni della cute che può risultare tesa, lucida, più spessa e può apparire anche secca, ruvida o screpolata.

COME SI RICONOSCE IL LINFEDEMA AL MOMENTO DELLA VISITA?

Esistono dei segni clinici che il professionista sanitario va a ricercare in corso di una valutazione nel sospetto di linfedema; in presenza di questi segni si può quindi fare diagnosi di linfedema e si può anche stratificarne il grado. Vediamo quali sono i segni di linfedema:

  • segno della fovea: si valuta esercitando una pressione sull’arto edematoso e è positivo quando la pressione applicata determina la persistenza dell’impronta; la positività di questo segno è spesso indice di un edema facilmente reversibile, non necessariamente recente;
  •  segno di Stemmer: questo può essere riscontrato comparando un eventuale ispessimento cutaneo a livello della prima falange del secondo dito, questo ispessimento è il risultato di una fibrosi dell’ipoderma per accumulo di proteine e proliferazione del tessuto connettivo;
  • valutazione della plica cutanea: si esegue ricercando sull’arto edematoso un ispessimento della plica cutanea con presa pollice indice.

I LINFEDEMI SONO TUTTI UGUALI?

Esiste una classificazione del linfedema che li stratifica per stadi di gravità. Vediamola insieme:

  • stadio 1a: linfedema latente, rilevabile solo da linfo-scintigrafia e visita medica;
  • stadio 1b: linfedema spontaneamente reversibile (ovvero che regredisce senza l’intervento terapeutico); in questo caso il linfedema avrà consistenza morbida e il segno della fovea positivo;
  • stadio 2: linfedema spontaneamente irreversibile, di consistenza dura, con segno di Stemmer positivo;
  • stadio 3: in questo caso si parla di linfedema molto importante con caratteristiche di elefantiasi, che causa gravi deformità degli arti, fibrosi dei tessuti e papillomatosi cutanea.

COMPLICANZE DEL LINFEDEMA

A seguito del linfedema si riduce anche la funzione immunitaria nell’area coinvolta, questa condizione espone il paziente a una maggior probabilità di incorrere in infezioni locali.
Le complicanze più note sono quindi infezioni a carico degli strati più superficiali della cute (erisipela) o uno o più vasi linfatici (linfangite) e possono provocare sintomi quali gonfiore, calore, arrossamento e dolore dell’arto, talvolta accompagnati da uno stato febbrile.

COME SI TRATTA UN LINFEDEMA?

La terapia per la cura del linfedema ad oggi ritenuta più efficace è la fisioterapia decongestiva complessa o combinata (Complex Decongestive Physiotherapy), tecnica che ha come scopo la diminuzione di volume e della fibrosi dell’area interessata, associata all’utilizzo del bendaggio compressivo per il contenimento di nuovi accumuli di linfa. Inoltre è fondamentale accompagnare il trattamento fisioterapico con la scrupolosa cura della cute per ridurre il rischio di infezioni. La presa in carico precoce di soggetti affetti o a rischio di sviluppare linfedema ricopre un ruolo fondamentale nel tentativo di limitare la malattia ed è stata associata a migliori risultati a lungo termine.

IN COSA CONSISTE IL LINFODRENAGGIO MANUALE?

Il linfodrenaggio manuale (LDM) è una tecnica di massaggio volta a stimolare il decorso linfatico nei vasi e nei linfonodi. Consiste in manipolazioni lente e ripetute, secondo il decorso della rete vascolare linfatica al fine di condurre la linfa in eccesso verso lo sbocco naturale più vicino, decongestionando i tessuti sottostanti. Una sessione di linfodrenaggio ha una durata compresa tra 45 e 60 minuti. Tra le più note applicazioni di questa terapia si ritrova quella a seguito di interventi chirurgici per neoplasia mammaria; in questo caso il LDM previene il linfedema secondario all’arto superiore indipendentemente dal tipo di intervento.

A COSA SERVE IL BENDAGGIO COMPRESSIVO?

Il bendaggio multistrato elasto-compressivo viene applicato al termine di ogni seduta di terapia manuale dal fisioterapista.
La compressione serve a facilitare il drenaggio della linfa, potenziando l’effetto della pompa muscolare. Se ben tollerato, il bendaggio deve rimanere in sede fino al trattamento successivo notte compresa. In genere consente lo svolgimento delle attività quotidiane e la sua azione è particolarmente efficace quando l’arto è tenuto in movimento.

EDUCAZIONE DEL PAZIENTE IN CASO DI LINFEDEMA

Come detto precedentemente, l’educazione del paziente e la cura della pelle sono fondamentali sia per la prevenzione che per il trattamento del linfedema ed è importante che il paziente segua le indicazioni del terapeuta, quali di non esporre l’arto a temperature elevate, evitare di tagliare le unghie di piedi e mani a ridosso del polpastrello per scongiurare lesioni cutanee, non indossare indumenti aderenti o anelli /bracciali molto stretti, evitare graffi, morsi e punture di insetto, evitare di sollevare pesi eccessivi e sforzi prolungati o esagerati e non da ultimo cercare di ridurre il peso corporeo in caso di sovrappeso o obesità.

CHE COSA SONO I MEZZI DI CONTENZIONE E A COSA SERVONO?

Quando l’arto è completamente sgonfio, viene prescritto un tutore elasto-contenitivo (calze elastiche, guanti, manicotti) che esercita una compressione graduata sul distretto corporeo coinvolto dall’edema per facilitare il drenaggio della linfa ma, soprattutto, per impedirne l’ulteriore raccolta.

È fondamentale che il tutore sia indossato al mattino prima di alzarsi dal letto e portato per tutto il giorno, anche durante l’attività lavorativa e l’attività fisica. È necessario rimuoverlo la notte.

E’ importante eseguirli indossando il bendaggio/tutore per potenziare il lavoro delle pompe muscolari, sia nella fase intensiva che di mantenimento. 

Presso lo Studio Rigenera vengono eseguiti trattamenti di linfedema con linfodrenaggio manuale e applicazione di bendaggi elasto-compressivi secondo le più aggiornate, linee guida internazionali.

Se questo articolo ti è stato utile e pensi di aver bisogno di questa terapia, contattaci per una valutazione.

articolo scritto dalla Dott.ssa Federica Pastorin, fisioterapista specializzata in Linfodrenaggio Manuale

  • Didier Tomson e Christian Schuchhard. Drenaggio linfatico. Teoria, tecniche di base e applicate e fisioterapia decongestionante. Edizioni Edi. Ermes. 2009
  • Linee guida flebo-linfologiche SIF-SICVE 2016. Minerva cardioangiologica. 2016
  • ManagingLymphedema for the Melanoma Patient: A guide to upper and lowerlimblymphedema for the newlydiagnosed melanoma patient. Melanoma network of Canada. 2015
  • Lymphoedema Framework. Best practice for the management of lymphoedema. International Consensus. London: MEP Ltd, 2006.
  • Ministero della Salute. Linee di indirizzo su linfedema e altre patologie correlate al sistema linfatico. 2016
  • Fialka-Moser V, Korpan M, Varela E, Ward A, Gutenbrunner C, Casillas JM, et al. The role of physical and rehabilitation medicine specialist in lymphoedema. Ann Phys Rehabil Med 2013;56:396-410.
  • Langbecker D, Hayes SC, Newman B, Janda M. Treatment for upper-limb and lower-limb lymphedema by professionals specializing in lymphedema care. Eur J Cancer Care (Engl). 2008 Nov;17(6):557-64.

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