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L’importanza della prevenzione in patologie della prostata

Novembre 29, 20230Urologia

L’importanza della prevenzione in patologie della prostata

Novembre 29, 2023 0
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A differenza delle donne, gli uomini ancora faticano a rivolgersi al medico specialista per un controllo. Il nostro specialista urologo, il Dott. Paolo Furgoni, fa il punto della situazione sulle patologie dell’apparato urinario e sulle nuove cure.

QUALI SONO LE MALATTIE A CARICO DELL’APPARATO UROLOGICO MASCHILE CHE INTERESSANO MAGGIORMENTE LA POPOLAZIONE?

L’adeno-carcinoma prostatico, l’ipertrofia prostatica benigna e il tumore del testicolo.

L’adeno-carcinoma prostatico è frequente?

È il tumore più diffuso nella popolazione maschile italiana, rappresenta il 18,5% circa di tutte le neoplasie. Negli ultimi anni si è assistito a una diminuzione della mortalità, tanto che a 5 anni dalla diagnosi il 92% dei pazienti è ancora vivo. VA detto però che questo dato è in parte falsato dal fatto che, con la diffusione del dosaggio del PSA, vengono diagnosticati anche tumori clinicamente non significativi. Per questo non vi è l’indicazione ad uno screening generalizzato per il tumore della prostata.

Cosa si intende per PSA?

Il PSA è prodotto dalla prostata e serve a migliorare l’efficacia del liquido seminale. Si altera in presenza di tumore prostatico, ma anche in tutte le patologie prostatiche benigne con componente infiammatoria. Il PSA da solo non è sufficiente, anzi un uso indiscriminato porta ad un eccesso di accertamenti.

Come va interpretato il dato?

Deve essere integrato in una valutazione complessiva che tenga conto della storia clinica, delle variazioni del PSA nel tempo, dell’eventuale sintomatologia e dell’esame obiettivo. Ogni paziente ha il “suo” PSA e non basta che sia nel range di normalità per escludere un problema, così come un valore superiore non indica necessariamente una patologia significativa. L’esame obiettivo della prostata necessita dell’esplorazione rettale, in quanto è “appoggiata” sulla parete anteriore del retto, comprimendo la quale se ne può appressare il volume, la consistenza e la presenza di irregolarità.

Esiste un’ereditarietà?

In alcune linee familiari si manifesta con più frequenza. Se si hanno parenti a cui è stato diagnosticato, soprattutto in età relativamente giovane, è opportuno anticipare i controlli dopo i quarant’anni. Il tumore della prostata non è caratterizzato da sintomi specifici, se non in stadio avanzati, quindi, se è presente una sintomatologia spesso al tumore della prostata è associata l’ipertrofia prostatica.

Come avviene la diagnosi?

Serve una biopsia che può essere eseguita per via trans-rettale o perineale, sempre comunque con una sonda ecografica posizionata nel retto che consente di vedere la prostata e concentrare i prelievi dove è più probabile individuare il tumore.

E la risonanza magnetica?

Consente di individuare la presenza di aree sospette ma anche di guidare la biopsia. In futuro potrebbe agevolare gli interventi chirurgici, consentendo di sovrapporre le immagini della risonanza a quelle della laparoscopia 3D o robot-assistita. Deve essere prescritta da specialisti dentro un definito percorso diagnostico.

È sempre necessaria una terapia?

In alcuni casi, qualora il tumore sia particolarmente piccolo e d i bassa aggressività, si può attuare la sorveglianza attiva, sottoponendo il paziente a controlli periodici, posticipando il trattamento qualora la neoplasia diventasse significativa. Nel paziente non candidabile alla sorveglianza attiva con malattia non metastatica vi è l’indicazione a prostatectomia radicale o radioterapia.

Di che intervento si tratta?

La prostatectomia radicale che si esegue per tumore è differente da quella per ipertrofia prostatica. Non ci si limita a svuotare la prostata, ma la si rimuove in blocco, insieme al tratto di uretra che la attraversa. L’intervento è quindi gravato da maggiori complicanze, seppur ridotte rispetto al passato grazie ai miglioramenti tecnologici.

Può essere eseguito con più tecniche?

Alla tradizionale tecnica chirurgica si affianca quella laparoscopica robot-assistita. La migliore visione, anche in 3D, consente una maggiore precisione nella dissezione, preservando meglio le strutture adiacenti alla prostata. Essendo le tecniche laparoscopiche meno invasive, anche il recupero post-operatorio è molto più rapido.

E la radioterapia e i farmaci?  

Le tecniche radioterapiche si sono evolute, migliorando l’efficacia e riducendo gli effetti collaterali, comunque sempre presenti, perché le nuove tecnologie consentono di aumentare il dosaggio di radiazioni sul tessuto prostatico, preservando i tessuti circostanti. I nuovi farmaci consentono di trattare tumori prostatici avanzati. Abbiamo a disposizione diverse armi efficaci ed è doveroso confrontarsi con il paziente per trovare insieme la migliore soluzione.

L’IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA COLPISCE OLTRE IL 50% DEGLI UOMINI TRA I 50 E I 60 ANNI E SINO AL 90% DEGLI ULTRAOTTANTENNI. LE CAUSE?

Patogenesi e meccanismi sono complessi. Possono essere semplificati immaginando che l’uretra, il canale che porta l’urina dalla vescica all’esterno, nel primo tratto sia una sorta di galleria all’interno della prostata, che si dilata al passaggio dell’urina. Un ingrossamento o la perdita di elasticità possono determinare un’ostruzione.

I sintomi?

Sono irritativi ed ostruttivi. I primi infastidiscono di più i pazienti, portandoli dallo specialista a causa di minzione frequente, soprattutto di notte, urgenza minzionale, gocciolamento al termine della minzione. I sintomi ostruttivi sono più subdoli e il paziente, soprattutto in una prima fase, li sottovaluta. Tra questi laa riduzione del getto, l’incompleto svuotamento vescicale, sino ad arrivare alla ritenzione di urina, quando non si riesce più a urinare e si deve posizionare un catetere.

Come avviene la diagnosi?

Oltre a visita e PSA, è utile un’ecografia dell’apparato urinario, anche per valutare la presenza di complicanze. Altro esame utile è l’uroflussometria. Più raramente si ricorre alla cistoscopia o esame urodinamico.

Il trattamento è sempre necessario? 

Quando i disturbi sono significativi si inizia una terapia medica. I farmaci utilizzati sono gli alfa-litici che rendono più elastica la prostata per un miglior svuotamento vescicale. Altri farmaci sono gli inibitori della 5-alfa-reduttasi che riducono il volume della prostata ma impattano meno sulla sintomatologia, anche se sembrano avere efficacia sui sintomi a medio e lungo termine, oltre a ridurre il rischio di ritenzione di urina.

E l’estratto di Serenoa Repens presente in farmaci e integratori?

Non è efficace per trattare l’ipertrofia prostatica benigna, ma sembra essere utile per ridurre la componente infiammatoria. Vista la grande eterogeneità dei prodotti in commercio bisogna sempre affidarsi al medico, evitando l’autoprescrizione.

Se i farmaci non sono sufficienti, quali le soluzioni?

L’obiettivo della chirurgia è quello di ridurre la parte centrale della prostata che ostruisce il passaggio dell’urina. I trattamenti più frequenti sono quelli endoscopici, che rimuovono il tessuto prostatico dall’uretra utilizzando il laser o il più tradizionale elettrobisturi. Si è ridotto al minimo l’utilizzo dell’adenomectomia chirurgica, anche ricorrendo all’utilizzo del robot, che non ha vantaggi rispetto ai trattamenti endoscopici, a fronte di costi superiori. Esistono infine un gran numero di trattamenti alternativi e mininvasivi spesso pubblicizzati come miracolosi, alcuni con qualche effettivo vantaggio, tutti comunque caratterizzati nella migliore delle ipotesi da un’efficacia limitata nel tempo.

ALTRA PROBLEMATICA È IL TUMORE AL TESTICOLO?

È la neoplasia solida più comune nei maschi tra 15 e 35 anni. Si manifesta come una massa solida all’interno del testicolo, non dolente e in rapido accrescimento, per questo il riscontro di una tumefazione testicolare deve spingere a rivolgersi subito al medico. Abitualmente ha una buona prognosi, soprattutto se diagnosticato precocemente. È importante l’autodiagnosi, che consente di intervenire precocemente, anche se purtroppo ancora oggi succede che per vergogna alcuni ragazzi, soprattutto i più giovani, tendano a procrastinare la necessaria visita.

Come avviene la diagnosi?

Viene confermata da una ecografia e da specifici esami del sangue, quindi si completa la stadiazione con esami strumentali come la TC. Il trattamento iniziale è di regola l’orchiectomia, cioè l’asportazione del testicolo, seguita da trattamenti ulteriori come l’asportazione di linfonodi retro peritoneali, la chemioterapia o la radioterapia, in base alla natura istologica del tumore, al suo stadio e grado.

HAI BISOGNO DI CONSULENZA?

Leggendo questo articolo ti sei reso conto di essere affetto da uno o più sintomi citati? Prenota una visita specialistica urologica ed effettua un check-up completo presso lo Studio Rigenera!

 

 

articolo scritto da Francesca Guido per “La Provincia di Como”

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